Impronte di 5,7 milioni di anni sfidano la storia dell'evoluzione umana

I ricercatori hanno trovato impronte umane di ben 5.7 milioni di anni, e sfidano tutto ciò che pensavamo di conoscere sull'evoluzione umana. Le impronte di ominidi scoperte a Creta potrebbero mettere la narrativa consolidata della prima evoluzione umana, sotto esame meticoloso.

Il motivo è che le orme, datate a circa 5,7 milioni di anni, sono state fatte a Creta in un momento in cui la ricerca scientifica posiziona i nostri antenati in Africa e con i piedi simili a scimmie. Ciò significa che le datazioni scientifiche a riguardo non sono corrette e gli scienziati hanno avanzato teorie e studi incompleti, oppure la teoria dell'Africa deve essere ampiamente riconsiderata. Infatti, da quando gli scienziati hanno scoperto i fossili dell'Australopithecus in Africa durante il XX secolo, si pensa che il lignaggio umano potesse essere ricondotto in un luogo specifico.

Inoltre, le recenti scoperte fossili (anche in Africa), comprese le ben note impronte di Laetoli di 3,7 milioni di anni fa, che testimoniano piedi umani e posizione di movimento eretta, hanno notevolmente aiutato l'idea che i primi umani non solo fossero originari dell'Africa ma rimasero isolati lì per diversi milioni di anni prima di disperdersi in Europa e in Asia.

Tuttavia, la scoperta delle orme a Creta rovescia completamente questa semplice idea, suggerendo che c'è una complessità molto maggiore in gioco.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista  Proceedings of the Geologists 'Association .

"Questa scoperta mette a dura prova la narrativa consolidata della prima evoluzione umana ed è probabile che genererà molti dibattiti. Resta da vedere se la comunità di ricerca sulle origini umane accetterà le impronte fossili come prove conclusive della presenza di ominidi nel Miocene a Creta", conclude Per Ahlberg.